Altrove

“Ho passato la vita a guardare negli occhi della gente, è l’unico luogo del corpo dove forse esiste ancora un’anima.” (José Saramago)

C’è un tempo, un luogo, un ricordo. C’è il tempo, tra le mille rughe disegnate sul volto di una donna e di un uomo, solchi che raccontano la trama di una storia, di un’intera vita. La vita che scorre ineluttabile. “Altrove” traduce lo sguardo in esistenza: ogni ruga è un vivo pensiero dei protagonisti. È quel luogo dove si è già stati o dove si vorrebbe stare, lo spazio dove potersi riappacificare col tempo o patire il soggiogamento dal “sé”. Dietro uno sguardo traspare forse un rimpianto o la spensieratezza donata da una vita vissuta appieno. In un gioco di causa ed effetto: quello che siamo è tradotto dalle infinitesime rughe che ci scalfiscono, quello che vorremmo o potremmo essere è celato nei nostri occhi, e non può essere scalfito.