Bio

Pugliese d’origine, Linda Aquaro vive e lavora a Roma da circa vent’anni. Parallelamente all’attività di architetto, porta avanti una sua personale ricerca artistica, che spazia in diversi ambiti, dai più tradizionali (pittura e incisione), ai più contemporanei (digitale).

La sua dimensione artistica è innanzitutto quella dell’artigiano, incentrata sul saper fare, sul gesto che diventa atto essenziale di una serie di processi e procedimenti ben eseguiti. Lo studio dei materiali, delle tecniche e le combinazioni tra queste, infatti, rende estremamente versatile il suo approccio alle varie necessità espressive.

Negli ultimi anni, collabora nell’ambito dell’illustrazione con riviste e piccole case editrici indipendenti, come Carie Letterarie, L’Ircocervo, CrunchEd, L’inquieto, Bomarscè, e Settepiani.

 

 

Poetica

La ricerca di Linda Aquaro è fortemente incentrata sull’arte figurativa e sulla ritrattistica. L’artista è affascinata dal rapporto tra i volumi del volto e lo spazio: il ritratto è spesso accostato a geometrie pure, giocando con la percezione dei vuoti e dei pieni. Questa dimensione architettonica dell’anatomia è fortemente condizionata dai suoi studi e dalla sua professione. L’artista ama sperimentare linguaggi diversi, combinando in alcuni casi anche più tecniche.

In questo senso, le ultime opere uniscono la pittura tradizionale con l’incisione: le opere sono infatti realizzate su linoleum, che viene inciso e scavato, integrando così l’immagine pittorica con la trama incisa.

Dal punto di vista concettuale, gli ultimi lavori indagano a più livelli il senso di interno/esterno. L’artista subisce la fascinazione del quotidiano, e racchiude scene di vita semplici (sia che si tratti di volti o oggetti) in contenitori di recupero (come scatole da vino e setacci), imponendo allo spettatore una visione diversa e partecipata dell’opera, generalmente vissuta nella sua bidimensionalità. Il contenitore non solo diventa una diversa cornice dell’opera, ma costituisce la protezione di un fotogramma pittorico che spetta al visitatore svelare. La contemplazione della “distruzione” della pellicola pittorica attraverso l’incisione, l’alterazione della sua interezza inoltre, enfatizza ulteriormente il concetto di interno/esterno, in quanto la materia dell’opera viene portata in primo piano tramite lo scavo.